Il Reporting di Sostenibilità: l’evoluzione regolatoria e le sfide per le imprese
L'evento ha rappresentato un primo passo importante verso la diffusione del reporting di sostenibilità tra le PMI. La collaborazione tra accademia e imprese sarà fondamentale per sviluppare soluzioni pratiche e affrontare le sfide che emergono nel percorso verso una maggiore sostenibilità. La strada è ancora lunga, ma iniziative come questa sono essenziali per promuovere una cultura della sostenibilità nelle imprese di tutte le dimensioni.
L’entrata in vigore della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) della Commissione Europea ha accelerato un cambiamento già in atto per le imprese: la misurazione e la rendicontazione delle performance di sostenibilità. Questo processo è inarrestabile, spinto sia da motivi regolatori sia dal cambiamento culturale complessivo, reso necessario dalla situazione ambientale e sociale mondiale.
L'adozione della sostenibilità non è solo un impegno etico, ma rappresenta anche un'opportunità per migliorare in modo sostenibile il rendimento finanziario, gestire i rischi e posizionarsi strategicamente nel mercato. Tuttavia, restano numerose questioni aziendali da risolvere. Quali competenze sono necessarie? Come devono essere strutturati i processi di rilevazione ed elaborazione dei dati? Quali formati risultano più efficienti ed efficaci per i report di sostenibilità? E ancora, quali modelli e contenuti devono essere inclusi nei report? L’impatto dei costi diretti e indiretti del reporting di sostenibilità sui bilanci aziendali è un altro aspetto cruciale da considerare. Infine, come si può diffondere il report di sostenibilità a tutte le aziende, dalle micro alle grandi, evitando il fenomeno del greenwashing?
L'evento tenutosi presso l'Università Bocconi ha affrontato queste sfide e ha segnato l'inizio di un percorso di benchmarking per le piccole e medie imprese (PMI) sul reporting volontario. Sulla base dei primi risultati di ricerca di un progetto PNRR svolto in Bocconi, l'evento ha rappresentato un momento di dibattito e ha avviato un'interazione tra accademia e imprese alla ricerca di soluzioni fattibili.
Durante l'evento, sono state esaminate le principali problematiche che le PMI affrontano nella redazione dei report di sostenibilità. Una delle sfide principali è la carenza di competenze specifiche all'interno delle aziende. La formazione del personale e l'assunzione di esperti in sostenibilità sono passi fondamentali per migliorare la qualità dei report. Inoltre, è stata sottolineata l'importanza di sviluppare processi di raccolta e analisi dei dati accurati ed efficienti. Questo richiede l'implementazione di sistemi di gestione dei dati che possano integrarsi con le operazioni aziendali quotidiane senza risultare onerosi.
Un altro punto cruciale è la definizione di formati standard per i report di sostenibilità. La standardizzazione facilita il confronto tra diverse imprese e aumenta la trasparenza delle informazioni fornite. Durante il dibattito, è emersa la necessità di utilizzare modelli di report che siano flessibili e adattabili alle diverse realtà aziendali, ma che allo stesso tempo rispettino linee guida comuni per garantire la coerenza delle informazioni.
L'evento ha anche affrontato la questione dell'impatto economico del reporting di sostenibilità. Si è, altresì, evidenziata l’importante incidenza dei costi associati alla redazione dei report, pur a fronte di potenziali benefici di lungo termine, come il miglioramento della reputazione aziendale e l'aumento dell'attrattiva per gli investitori. La discussione ha messo in luce l'importanza di vedere il reporting di sostenibilità non solo come un obbligo, ma come un investimento strategico.
Infine, un tema in evidenza è stato quello del greenwashing. Per evitare che le pratiche di sostenibilità siano solo di facciata, è fondamentale che i report siano trasparenti e accurati. La creazione di un sistema di verifica esterna può contribuire in questo senso a garantire l'affidabilità delle informazioni fornite.
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