Le determinanti della rendicontazione volontaria di sostenibilità

Year: 2025

La decisione delle imprese di comunicare volontariamente le proprie pratiche di sostenibilità non nasce nel vuoto, ma riflette un intreccio di fattori interni ed esterni che influenzano il comportamento organizzativo. 

Negli ultimi decenni la rendicontazione di sostenibilità è passata da pratica marginale a strumento centrale di comunicazione aziendale. Al di là degli obblighi normativi, molte imprese scelgono volontariamente di divulgare le proprie performance ambientali, sociali e di governance. Questo articolo esplora le principali determinanti di tale scelta, attingendo alla letteratura internazionale e mostrando come fattori interni, caratteristiche settoriali e pressioni sociali concorrano a definire le strategie di disclosure volontaria.

La decisione delle imprese di comunicare volontariamente le proprie pratiche di sostenibilità non nasce nel vuoto, ma riflette un intreccio di fattori interni ed esterni che influenzano il comportamento organizzativo. La letteratura individua tre dimensioni fondamentali: le caratteristiche delle imprese e dei manager, la natura delle attività e degli eventi esterni, e infine le pressioni esercitate dagli stakeholder e dalla società. 

Numerosi studi hanno evidenziato una relazione positiva tra la dimensione dell’impresa e il livello di disclosure di sostenibilità. Le grandi aziende, più visibili e soggette a maggiore scrutinio pubblico, hanno incentivi più forti a comunicare il proprio impegno in ambito Corporate Social Responsibility (CSR). Allo stesso tempo, i costi di comunicazione risultano relativamente inferiori rispetto a quelli legati all’effettiva implementazione delle pratiche di sostenibilità.

Anche la struttura proprietaria incide in modo significativo. La proprietà diffusa tende ad aumentare la necessità di trasparenza, mentre assetti concentrati o familiari riducono l’urgenza di rendicontazione. Diversi studi indicano inoltre che la presenza di investitori stranieri – in particolare provenienti da contesti come Stati Uniti e Regno Unito – favorisce la comunicazione delle pratiche sostenibili. Nel complesso, questi risultati suggeriscono che la rendicontazione è spesso utilizzata per ridurre l’asimmetria informativa e rafforzare la fiducia con una base azionaria più ampia e diversificata.

La corporate governance e le caratteristiche dei manager rappresentano ulteriori determinanti chiave. Sistemi di governance solidi, incentivi di lungo periodo e una maggiore attenzione agli stakeholder sono associati a livelli più elevati di rendicontazione. Anche i tratti individuali del management incidono: il livello di istruzione, l’esperienza in ambito CSR, l’apertura culturale e persino fattori personali come la genitorialità o l’eccessiva fiducia del CEO influenzano la propensione alla disclosure. Davidson et al. (2018) stimano che gli effetti riconducibili al CEO spieghino fino al 60% della variazione nei punteggi CSR, più degli effetti legati all’impresa stessa.

Le attività economiche e il contesto settoriale costituiscono un ulteriore ambito di influenza rilevante. Le imprese attive in settori percepiti come “inquinanti” o controversi – energia, tabacco, armi, alcol – tendono a divulgare più informazioni ambientali e sociali per legittimare il proprio operato e ridurre i rischi reputazionali. La disclosure assume così anche una funzione di gestione dell’immagine, oltre che di accountability.

Le evidenze empiriche sulla relazione tra performance e disclosure sono più ambigue: da un lato, imprese con risultati positivi sono incentivate a comunicare per rafforzare la propria reputazione; dall’altro, aziende con performance deboli possono intensificare la comunicazione per compensare le carenze effettive, dando luogo a fenomeni di greenwashing. In molti casi, eventi critici – come incidenti ambientali o scandali industriali – agiscono da catalizzatori, spingendo le imprese a rafforzare la trasparenza. Dopo i disastri di Exxon Valdez nel 1989, BP nel 2010 e Fukushima nel 2011, le imprese coinvolte hanno incrementato significativamente la propria disclosure.

Infine, le pressioni provenienti dagli stakeholder – azionisti, investitori istituzionali, governi, media e opinione pubblica – rappresentano un motore potente della rendicontazione volontaria. Reid e Toffel (2009) mostrano come le proposte assembleari degli azionisti, in particolare quelle di matrice sociale, possano stimolare non solo le imprese direttamente coinvolte, ma anche quelle appartenenti allo stesso settore. Gli investitori istituzionali, per la loro influenza e sofisticazione, svolgono un ruolo centrale nel promuovere la trasparenza e orientare la rendicontazione verso standard coerenti con le proprie aspettative.

Anche i governi influenzano direttamente e indirettamente la rendicontazione, sia attraverso la regolamentazione, sia tramite incentivi o anche solo mediante la “minaccia” di norme future. Le imprese con legami politici o partecipazioni pubbliche tendono a rilasciare report più strutturati, anche per rispondere a una maggiore visibilità politica.

In questa prospettiva, la rendicontazione può essere interpretata come una forma di legittimazione politica e sociale. Le imprese utilizzano la comunicazione di sostenibilità per segnalare allineamento con i valori sociali e anticipare critiche o interventi regolatori. Il ruolo dei media è qui decisivo: la copertura giornalistica negativa tende ad aumentare la propensione alla disclosure, in un circolo in cui reputazione e trasparenza si influenzano reciprocamente.

In sintesi, la rendicontazione volontaria di sostenibilità emerge come il risultato di un equilibrio complesso tra spinte interne, condizionamenti settoriali e pressioni esterne. Non risponde soltanto a esigenze di comunicazione, ma riflette un più ampio processo di costruzione della legittimità e di gestione strategica delle relazioni tra impresa e società.

 

Fonti

Davidson, R., et al. (2018). CEO effects on corporate social responsibility. Accounting Review, 94(1), 101-126.

Reid, E. M., & Toffel, M. W. (2009). Responding to public and private politics: Corporate disclosure of climate strategies. Strategic Management Journal, 30(11), 1157-1178.