La qualità dei report di sostenibilità nella Città metropolitana di Milano: analisi della materialità
Il dataset analizza l’impostazione della materialità nei bilanci di sostenibilità esaminati, indicando l’approccio adottato (materialità singola/doppia), l’ampiezza e le modalità di coinvolgimento degli stakeholder (interni/esterni) e i principali temi materiali identificati.
Il dataset analizza l’impostazione della materialità nei bilanci di sostenibilità esaminati, indicando l’approccio adottato (materialità singola/doppia), l’ampiezza e le modalità di coinvolgimento degli stakeholder (interni/esterni) e i principali temi materiali identificati.
Il Grafico 1 confronta la diffusione delle due metodologie di valutazione della materialità adottate dalle società analizzate:
materialità singola: considera solo la rilevanza dei temi rispetto agli impatti dell’impresa verso l’esterno (prospettiva “inside-out”);
doppia materialità: integra anche l’effetto finanziario dei temi ESG sull’impresa stessa (prospettiva “outside-in”), come previsto dalle più recenti normative europee (CSRD e ESRS).
L’adozione prevalente della doppia materialità segnala un progressivo allineamento ai principi della CSRD, mentre la persistenza di approcci basati sulla sola materialità singola indica un percorso di transizione ancora in corso verso modelli di rendicontazione integrata.
Il Grafico 2 mostra la distribuzione degli stakeholder coinvolti, distinti tra interni ed esterni (per esempio: dipendenti, clienti, fornitori, investitori, comunità, autorità regolatorie).
La presenza (o assenza) di investitori e autorità regolatorie è un segnale di allineamento alle aspettative di mercato e ai requisiti di compliance. Il coinvolgimento di stakeholder eterogenei suggerisce un processo di materialità più robusto, dove il bilanciamento tra soggetti interni (es. dipendenti) ed esterni (clienti, comunità) assume un ruolo rilevante. Una forte concentrazione su alcune categorie prevalenti riflette il peso delle loro aspettative nella definizione delle priorità ESG, mentre un perimetro di engagement ampio riduce il rischio di blind spot nella mappa di materialità.
Il Grafico 3 illustra i canali e metodi utilizzati per l’ascolto degli stakeholder, come survey, interviste, workshop, focus group, consultazioni pubbliche, canali digitali. Le barre o percentuali rappresentano la frequenza d’uso; in presenza di combinazioni, è indicato un mix metodologico.
L’impiego di una pluralità di canali consente una triangolazione più efficace e riduce i bias di metodo. La scelta tra canali sincroni (interviste, workshop) e asincroni (survey) riflette il trade-off tra profondità e copertura. Si osserva un crescente ricorso a strumenti digitali, apprezzati per la loro scalabilità e tracciabilità. L’uso combinato di survey, interviste e workshop indica un approccio di engagement bilanciato, capace di coniugare profondità qualitativa e ampiezza campionaria, migliorando così l’affidabilità delle evidenze raccolte.
La Tabella 1 evidenzia una netta prevalenza di temi sociali e ambientali nelle mappe di materialità delle società analizzate, a conferma dell’allineamento alle priorità poste dalle normative europee e dalle aspettative degli stakeholder. La lunga lista degli altri temi materiali, meno ricorrenti e più legati alle specificità settoriali, suggerisce come il presidio delle dimensioni sociali e ambientali sia ormai standardizzato, mentre le restanti aree mantengono una maggiore eterogeneità, legata al contesto competitivo.
Tabella 1: Analisi dei temi materiali
| Tema materiale | % |
| Clima: strategia e target | 12% |
| Comunità e impatto sociale | 6% |
| Welfare e benessere | 6% |
| DEI (diversità, equità, inclusione) | 6% |
| Supply chain e acquisti | 5% |
| Prodotto e innovazione | 5% |
| Etica e anticorruzione | 5% |
| Governance e compliance | 4% |
| Formazione e sviluppo | 4% |
| Salute e sicurezza sul lavoro | 4% |
| Altri temi citati | 43% |