Analisi report d’impatto: S&P 500
Delle 500 imprese incluse nell’indice, 102 pubblicano un report d’impatto, riferito alternativamente all’intero perimetro aziendale, a un singolo Paese, a uno specifico progetto, oppure a un fondo, una fondazione o un bond strutturato per la rendicontazione bancaria. Tra queste, solo 12 monetizzano i propri impatti economici, ambientali o sociali.
Abbiamo analizzato le imprese che compongono l’indice S&P 500 per verificare quali pubblicano un report d’impatto e quante, tra queste, monetizzano i propri impatti economici, ambientali o sociali.
Delle 500 imprese incluse nell’indice, 102 pubblicano un report d’impatto, riferito alternativamente all’intero perimetro aziendale, a un singolo Paese, a uno specifico progetto, oppure a un fondo, una fondazione o un bond strutturato per la rendicontazione bancaria.
Tra queste, solo 12 monetizzano i propri impatti economici, ambientali o sociali. Non rientrano in questo conteggio i report d’impatto riferiti a un fondo, una fondazione o un bond strutturato, in quanto tali documenti non prevedono la monetizzazione degli impatti.

Nella maggior parte dei report con monetizzazione, il perimetro di monetizzazione degli impatti è riferito all’intera azienda. Le aziende che riportano gli impatti a livello di perimetro aziendale tendono a fornire informazioni dettagliate non solo a livello aggregato, ma anche sugli impatti specifici nelle diverse regioni o Stati in cui operano.

Nel grafico a barre sono riportate le società che monetizzano gli impatti, suddivise per anno di prima adozione del report.

L’analisi della struttura dei report d’impatto pubblicati dalle aziende che compongono l’indice S&P 500 evidenzia che il 58% adotta il metodo Input-Output per la monetizzazione dell’impatto, mentre il 25% opta per metodi specifici per l’azienda come eROi e IMPLAN. Il restante 17%, infine, non specifica il metodo utilizzato.

Gli impatti economici sono monetizzati in tutti i report analizzati, a conferma di una maggiore maturità metodologica su questa dimensione rispetto a quella ambientale e sociale. La monetizzazione in particolare riguarda il Net Economic Output, equivalente al contributo reale al PIL, al cui interno rientrano i redditi generati dal lavoro (salari e stipendi) e le imposte pagate.
Gli impatti ambientali sono raramente monetizzati. Più che quantificare in termini economici gli impatti ambientali, i report analizzati riportano gli investimenti diretti destinati a iniziative sostenibili, come tecnologie verdi e progetti di riduzione delle risorse.
Gli impatti sociali sono presenti nella maggior parte dei report. A differenza delle imprese incluse nell’indice EURO STOXX 600, quasi tutte le aziende dell’indice S&P 500 riportano infatti contributi filantropici quali donazioni verso organizzazioni benefiche, oppure investimenti in iniziative che promuovono l’equità sociale. Rispetto a quelle europee, ad oggi le aziende statunitensi tendono a dare maggiore enfasi a temi relativi a diversità e inclusione.
Dall’analisi emerge che si tratta in generale report standalone, che offrono una panoramica dettagliata e focalizzata sugli aspetti non finanziari dell’attività aziendale. Solo in un caso le informazioni relative agli impatti non vengono riportate in un report standalone ma sono incluse all’interno del report di sostenibilità complessivo.
Molte aziende riportano alcuni impatti monetizzati anche all'interno del bilancio annuale o nella sezione dedicata agli investitori sui propri siti web, riflettendo una crescente attenzione alla materialità delle tematiche ESG e all’esigenza di comunicare in modo trasparente il valore creato (o distrutto) anche al di fuori delle metriche finanziarie tradizionali.