Analisi report d’impatto: EUROSTOXX 600

Year: 2025

Delle 600 aziende europee incluse nell’indice, 105 pubblicano un report d’impatto, riferito alternativamente all’intero perimetro aziendale; a un singolo Paese; a uno specifico progetto; oppure a un fondo, una fondazione o un bond strutturato per la rendicontazione bancaria. Solo 19 imprese nell’indice EUROSTOXX 600 monetizzano i propri impatti economici, ambientali o sociali. 

Abbiamo preso in esame le aziende che compongono l’indice EUROSTOXX 600 per verificare quali pubblicano un report d’impatto e quante, tra queste, monetizzano i propri impatti economici, ambientali o sociali. 

Delle 600 aziende europee incluse nell’indice, 105 pubblicano un report d’impatto, riferito alternativamente all’intero perimetro aziendale; a un singolo Paese; a uno specifico progetto; oppure a un fondo, una fondazione o un bond strutturato per la rendicontazione bancaria. 

Solo 19 imprese nell’indice EUROSTOXX 600 monetizzano i propri impatti economici, ambientali o sociali. Non rientrano in questo conteggio i report d’impatto riferiti a un fondo, una fondazione o un bond strutturato, in quanto tali documenti non prevedono la monetizzazione degli impatti.

Grafico della distribuzione delle aziende per rendicontazione e monetizzazione degli impatti

Nella maggior parte dei report con monetizzazione, il perimetro di monetizzazione degli impatti è riferito all’intera azienda oppure a uno specifico Paese. La scelta del perimetro dipende dalla disponibilità dei dati. Tale variabilità porta a differenze significative nello scopo e nel grado di dettaglio dei report. 

Grafico a torta della distribuzione per perimetro di applicazione della rendicontazione degli impatti

Nel grafico a barre sono riportate le società che monetizzano gli impatti, suddivise per anno di prima adozione del report.

Grafico a barre del numero di imprese per primo anno di monetizzazione degli impatti

L’analisi della struttura dei report d’impatto pubblicati dalle aziende incluse nell’indice EURO STOXX 600 evidenzia che il 74% adotta il metodo Input-Output per la monetizzazione dell’impatto, mentre solo una minoranza impiega metodologie alternative come IP&L (11%) e True Value (5%).

Grafico a torta della distribuzione dei modelli di valutazione d'impatto utilizzati

Gli impatti economici sono monetizzati in tutti i report analizzati, a conferma di una maggiore maturità metodologica su questa dimensione rispetto a quella ambientale e sociale. La monetizzazione in particolare riguarda contributo al PIL e Gross Value Added (GVA).

All’interno del contributo al PIL rientrano impatti significativi, come i redditi generati dal lavoro (salari e stipendi) e le imposte versate. Questi elementi contribuiscono direttamente alla crescita economica di un paese. Tuttavia, non sempre vengono monetizzati in modo esplicito nei report.

Gli impatti ambientali sono spesso esclusi dalla monetizzazione, per due motivi principali: 

  • sono generalmente negativi (per esempio, emissioni, consumo di risorse, inquinamento), dunque rappresentano costi piuttosto che benefici da valorizzare;
  • sono più complessi da monetizzare, in quanto la loro quantificazione richiede l’uso di modelli ambientali, stime di costi e assunzioni su scenari futuri, rendendo l’esercizio meno standardizzabile e meno immediato rispetto agli impatti economici.

Quando presenti, le valutazioni si concentrano su dimensioni specifiche, quali le emissioni in atmosfera, l’uso del suolo, la produzione di rifiuti, il consumo e l’inquinamento idrico.

Dall’analisi emerge che si tratta in generale di report standalone che, focalizzandosi su impatti ambientali, sociali ed economici, forniscono una visione mirata sugli aspetti non finanziari dell’attività aziendale. 

In diversi casi, le aziende riportano parte degli impatti monetizzati anche all’interno del report annuale. Ciò avviene soprattutto quando l’informazione ha una rilevanza strategica o può influenzare la percezione degli investitori e dei mercati.